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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 15:00.

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Potrebbe entrare nei manuali di marketing come una delle campagne più irrealistiche e impegnative della storia. L'impresa è ardua: trasformare la salamandra alligatore, non esattamente un animaletto tenero e affettuoso, in una simpatica mascotte. Si chiama Snotty (questa salamandra è conosciuta in America come snot otter) ed è destinata a diventare il simbolo e il marchio di riconoscimento dello zoo statale del North Carolina, nella città di Asheboro.

L'idea, raccontata dal Wall Street Journal, è di John D. Groves, responsabile del settore anfibi dello zoo e da tempo appassionato di questo curioso animale oggi a rischio estinzione. Quando gli organizzatori di un festival locale hanno chiesto allo zoo di creare una mascotte per promuovere la conservazione dei fiumi, Groves ha subito pensato che era arrivato il momento per riscattare la cattiva reputazione di questo animale che vive annidato sotto le rocce di torrenti d'acqua incontaminata, nell'Altopiano Ozark e nei monti Appalachi. «Parecchia gente pensa che siano brutti e grotteschi – dice John Groves – Ma io personalmente li trovo animali molto interessanti».

L'ambizioso progetto è di trasformare la salamandra in testimonial dello zoo e in ambasciatore della difesa dei fiumi. Ma il Cryptobranchus alleganiensis presenta qualche caratteristica che lo rende poco adatto al merchandise. Oltre ad essere un anfibio di abitudini notturne, dall'aspetto preistorico e dalla pelle scura e viscida, la salamandra in questione è infatti cannibale e produce secrezioni velenose (ma finché non la mangi sei a posto, specifica Groves).

Ma lo staff dell zoo di Asheboro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e, oltre alla mascotte, sta ideando un'intera linea di gadget: dalle T-shirt alle marionette, fino alle decorazioni per l'albero di natale. Sono stati coinvolti anche gli studenti del corso di pubblicità e grafica del community college locale che hanno proposto disegni e slogan per la campagna che trasformerà la salamandra in un vero e proprio marchio.
Intanto la scorsa estate ha debuttato la mascotte Snotty, un lucertolone marrone dalla lunga coda, gli occhioni tondi e i denti spuntati. Lo studente che, indossando il grosso costume, le dà vita, assicura che alla maggior parte dei bambini il lucertolone piace. Ma convincere il grande pubblico ad affezionarsi a questo animale dalle zampe corte e la testa tozza e schiacciata potrebbe non essere semplice. Certo è che non attira le stesse simpatie dei più popolari testimonial delle campagne ambientaliste come i panda o gli orsi polari.

Ma dietro la mascotte c'è il tentativo di portare all'attenzione dell'opinione pubblica quello che per gli scienziati è un fenomeno preoccupante e ancora enigmatico: la drammatica diminuzione della popolazione di salamandre alligatori. La causa di questo declino non è ancora stata identificata e le spiegazioni cui si guarda vanno dall'inquinamento chimico a possibili infezioni fungine. E di certo anche il bracconaggio ha avuto il suo peso. Non è raro, infatti, trovare la salamandra alligatore nei negozi di animali di vari paesi del mondo, nonostante le caratteristiche di questo anfibio non farebbero pensare esattamente a un animale da compagnia, considerando che, per esempio, morde.

Sono in molti gli enti di ricerca americani che studiano la specie nel tentativo di salvarla e diversi zoo stanno partecipando alla creazione di una sorta di banca del seme per la salamandra alligatore. Ma nessuno era ancora arrivato a fare di questo animale un marchio e un prodotto e a lanciarsi in un'ambiziosa operazione di marketing per raccogliere i fondi necessari a finanziare le ricerche per salvare Snotty.

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